ISSR – Ateneo Pontificio [Regina Apostolorum
“Posso parlare con te mio Dio. Posso?
[…] Amo così tanto gli altri perché amo in ognuno
un pezzetto di te, mio Dio.
Ti cerco in tutti gli uomini
e spesso trovo in loro qualcosa di te.
E ora cercherò di disseppellirti dal loro cuore, mio Dio”
(Etty Hillesum)
«Noi, dunque Costantino Augusto e Licinio Augusto abbiamo risolto di accordare ai Cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che ciascuno crede, ». (…)
Nascevano così piccoli raggruppamenti di semplici fedeli desiderosi di ritirarsi dal mondo per poter seguire Cristo in modo più radicale, ritornando alla pratica della vita comune della Chiesa primitiva,(…) ; ma presto attorno a loro finivano per riunirsi altri discepoli attirati dal medesimo ideale di sequela Christi e di contemptus mundi; in breve tempo il cenobitismo divenne l’esperienza religiosa più diffusa[4]. (…)
Se l’individuo porta con sé, all’inizio e lungo il proprio cammino vocazionale, non solo ideali di autotrascendenza, ma anche domande esistenziali (sul significato della vita) e bisogni (di affetto, di relazioni) la comunità può offrire ancora oggi una risposta di senso? Quale? Non è ormai fuori moda il vivere insieme?
Proviamo ad articolare brevemente una risposta, riflettendo sugli aspetti regressivi e progressivi della comunità.(…)
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[1] La tradizione fa risalire la conversione di Costantino (molto discussa nella sua autenticità) al 312 quando, durante una battaglia contro Massenzio, sul Ponte Milvio, egli avrebbe visto nel cielo un segno luminoso: una croce con la scritta “In hoc signo vinces”. Affiancando all’aquila romana il vessillo della croce Costantino, il mattino seguente, avrebbe così affrontato e sconfitto il nemico.
[2] “L’altro che segue con le leggi e meco/ sotto buona intenzion che fè mal frutto/ per cedere al pastor si fece greco/ ora conosce come il mal dedutto/dal suo bene operar non li è nocivo/avvenga che sia ‘l mondo indi distrutto”. Paradiso, Canto XX.
[3] La parola nella sua origine etimologica non indica una particolare categoria di consacrati e neppure i ‘solitari’ come si è portati a pensare, ma coloro che cercano l’unità del cuore, secondo le parole del salmo, “donami un cuore semplice – unificato, letteralmente – che tema il tuo nome” (Sl 86,11).
[4] Cf. Penco G., Il Monachesimo, Mondatori, Milano 2000, pp.15-31.
[5] È la domanda che la Regola di Benedetto (LX, 3) fa porre ai sacerdoti che aspirino alla vita monastica, ma che, in altra forma, rivolge anche ad ogni nuovo venuto “si revera Deum quaerit” (LVIII, 7).
[7] O’ Dea T.F., Sociologia della religione, Il Mulino, Bologna 1966, p.152.