La teoria di genere è la strada maestra per educare al rispetto ed alla tolleranza delle diversità? E’ l’unica strada che permette di combattere bullismo ed omofobia? Quali conseguenze può produrre il suo inserimento nei progetti educativi scolastici?”
Curatrici: Marta Rodriguez (Direttrice dell’Istituto di Studi Superiori sulla Donna, Ateneo Pontificio Regina Apostolorum), Chiara D’Urbano (psicologa e psicoterapeuta), Valentina Colombo (Professoressa di Storia dei paesi islamici presso l’Università Europea di Roma), Susy Zanardo (Professoressa di Filosofia morale presso l’Università Europea di Roma), Antonella Varoli-Piazza (ricercatrice presso l’Istituto di Studi Superiori sulla Donna); Ignazia Satta (ricercatrice presso l’Istituto di Studi Superiori sulla Donna)
E’ ormai da tempo che la teoria di genere (o teoria del gender)sta permeando – a volte in modo chiaro ed esplicito, altre muovendosi come un sommergibile quasi invisibile – la cultura occidentale.
A livello sovranazionale, le organizzazioni internazionali, ONU in primis, promuovono la sua diffusione. All’interno della stessa Unione Europea, la politica c.d. del gender è diventata ufficialmente una priorità, la cui promozione ed attuazione è affidata ad una apposita commissione parlamentare (Femme) che si occupa di “diritti della donna ed uguaglianza di genere”. In Italia, politiche c.d. di gender sono promosse sia a livello nazionale che a livello regionale.
Vi è però non poca confusione nell’immaginario collettivo – ed anche tra gli stessi “addetti ai lavori” – sul significato e sulla portata della c.d. teoria di genere (…) (
In questo scenario, si sta facendo sempre più pressante anche la necessità di educare all’interno della scuola, sin dalla prima infanzia, al rispetto della c. d. “diversità”. Tra i modelli educativi proposti, la teoria del genere è ancora una volta richiamata, direttamente o indirettamente, come la via per eliminare le discriminazioni sessuali e prevenire manifestazioni di omofobia e bullismo. E’ veramente così?
Sulla scorta di questi profondi mutamenti culturali che la nostra società sta vivendo e che richiedono l’attenzione, la partecipazione e la consapevolezza di tutti circa il significato e la portata della “teoria di genere”- nonché le sue implicazioni e le sue conseguenze nella vita di ciascuno di noi – l’Istituto di Studi Superiori sulla Donna promuove una call for articles per stimolare la riflessione di studiosi e studiose, appartenenti a discipline diverse (come la filosofia, la psicologia, la sociologia, la teologia, la pedagogia e la giurisprudenza) su:
“RISPETTO DELLA DIVERSITÀ e TEORIA di GENERE:
la teoria di genere è la strada maestra per educare al rispetto ed alla tolleranza delle diversità? E’ l’unica strada che permette di combattere bullismo ed omofobia? Quali conseguenze può produrre il suo inserimento nei progetti educativi scolastici?”
Con questa call for articles, l’Istituto intende stimolare la riflessione di studiosi e studiose appartenenti a diverse discipline su due aspetti della nozione di gender: la sua “equivocità” e la sua portata nella lotta contro l’omofobia. La call richiede di affrontare la questione secondo le specifiche competenze di ciascun partecipante alla call ma con un linguaggio comprensibile anche ai non esperti del proprio settore di competenza.
I contributi dovrebbero rispondere a queste domande, cercando di fare chiarezza sulla politica del gender,sul gender mainstreaming e il suo impatto nella vita delle persone, con particolare riferimento ai temi dell’omofobia e del bullismo:
• Cosa intendono i “non addetti ai lavori”, in Italia, con riferimento alla teoria del gender? È un termine univoco o equivoco? Come viene recepito? Cosa intendono i giovani, gli adulti giovani, e gli adulti maturi? Ci sono differenze per livelli sociali o culturali?
• Come viene applicata la teoria del gender nel territorio locale, a livello istituzionale e legislativo ma anche nelle imprese, in ambito educativo, nei mass media?
• Quali possono essere le ricadute sulla formazione dei bambini e dei ragazzi? Educare al rispetto della diversità presuppone necessariamente la promozione della teoria di genere?
• Queste misure, che impatto hanno nella vita reale delle persone? La promozione della teoria del gender è la risposta alla lotta contro l’omofobia? Questa teoria è la strada per educare al rispetto della diversità? Quali sono i risvolti positivi di questa teoria? I risvolti negativi quali sono? Quale è la causa di questi risvolti? Poiché si tratta di un volume che vuole essere diffuso nelle scuole, i concetti trasmessi sono compresi dai genitori e dalla stessa scuola?
In particolare, si richiede agli esperti nelle discipline psicologiche e psichiatriche, di affrontare il tema tenendo conto dell’impatto e delle conseguenze sullo sviluppo e sulla stabilità psichica che la diffusione della teoria del gender può provocare su un minore di età compresa tra i sei ed i diciotto anni e se – in alternativa – vi siano altre strade per educare al rispetto delle diversità e prevenire manifestazioni di bullismo ed omofobia.
Quanto agli esperti delle discipline giuridiche, si chiede di verificare la “presenza” evidente o occulta, nel quadro normativo italiano della teoria del gender e di valutare la compatibilità di un educazione improntata alla teoria gender con i diritti del minore così come sono riconosciuti dalla legislazione internazionale, comunitaria e nazionale italiana, nonché proporre – ove si ritenga sussista – un’alternativa alla teoria del gender come presupposto teorico dell’educazione al rispetto della diversità.
Quanto agli esperti nei diversi rami delle discipline filosofiche e teologiche, si chiede una revisione dell’attuale penetrazione della teoria alla luce dei principi etici, antropologici e teologici. Ai sociologi si chiede un’analisi di quale sia l’impatto effettivo della teoria del gender nelle abitudini quotidiane degli uomini e delle donne: nei loro rapporti, nel modo di educare i figli, nel rispetto delle diversità.
Verrà valutata la profondità e la precisione della ricerca, cosi come l’uso di una metodologia di ricerca ed analisi adeguata al tipo di articolo, nonché l’uso di un linguaggio comprensibile anche a studiosi non appartenenti alla disciplina di provenienza.
I contributi ritenuti più meritevoli, “ad insindacabile giudizio della Commissione”, saranno pubblicati come “Quaderni dell’Istituto di Studi Superiori sulla Donna” e gli autori saranno invitati a partecipare come relatori ad un convegno dal tema “L’educazione alla differenza sessuale” che si terrà a conclusione del call for articles nel primo semestre dell’A.A. 2014-15 presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
I contributi dovranno essere inviati entro e non oltre il 15 settembre 2014 in formato pdf al seguente indirizzo di posta elettronica: istitutodelladonna@gmail.com congiuntamente al modulo da compilare, scaricabile su www.istitutodonna.it dove sono consultabili anche i criteri formali per la redazione dell’articolo.